Chi fa da sé fa per tre…

ma la tentazione è forte

Investire | Giugno 2020

Correva il 1999 e realizzammo la prima ricerca in Italia sul trading on line per il Credito Italiano, CONSOB aveva appena emanato il primo regolamento di attuazione del Testo Unico dei mercati finanziari, grazie al quale i mercati finanziari vennero sanciti da regole. 

In realtà il trading on line era nato in Italia nel 1993 quando la Borsa italiana decise di allargare le transazioni alle Sim negoziatrici e accettarne la connessione, nel 1995 nacque Directa Sim, la prima società ad offrire una piattaforma per contrattare online.  

Nel 2000 si ebbe la vera e propria espansione, sia per l’ampliamento della rete Internet sia perché anche i mercati e le borse – in piena bolla new economy- vedevano Internet e le cosiddette aziende dot-com come il futuro, poi sappiamo come è andata. 

Lato offerta, oggi il mercato dei broker online in Italia è molto concentrato: 250 broker di cui i primi 5 rappresentano l’80% del mercato (Fineco, IW Bank, Webank.it Banco BPM, Sella e Directa Sim).  

Lato domanda, in Italia, abbiamo circa 20 milioni di utenti di conti correnti bancari con accesso online. Di questi, 3,6 milioni posseggono un conto titoli, ma solo 2,2 milioni di essi gestiscono direttamente il proprio portafoglio titoli on-line, ovvero l’11% dei correntisti online.  

Tra questi poi i trader attivi, cioè con almeno un eseguito a settimana sono circa duecentomila e gli heavy trader, con più eseguiti a settimana e attività intraday, sono quindicimila pari rispettivamente allo 0,01% e allo 0,00075% dei correntisti on line.  

Numeri che consentono comunque di portare nelle casse dei broker utili significativi, spesso anticiclici rispetto agli andamenti dei mercati e della consulenza finanziaria e in grado quindi di compensarne, come in questo periodo, la riduzione dei margini dei broker che fanno capo a una banca. 

Ma si tratta di numeri assolutamente insignificanti rispetto alle stime che aleggiavano venti anni fa quando correva l’ipotesi, prima dello scoppio della bolla internet, che il trading on line avrebbe presto sostituito tutte le banche e i consulenti finanziari. 

Numeri bassi anche considerato che i clienti supportati da un consulente finanziario in Italia sono cresciuti e oggi hanno superato abbondantemente i quattro milioni con una crescita anche nel mese di marzo 2020. 

I trader sono relativamente pochi ma sono molto soddisfatti delle piattaforme che usano (85% completamente soddisfatti), dei costi (72% completamente soddisfatti) e la metà di loro (51%) si sente personalmente gratificato nel “fare da sé” anche se un terzo (34%) dichiara di aver perso soldi. (Fonte: FINER Finance Mirror, base campionaria 10.400 end investor). 

In un’epoca in cui molte certezze si sciolgono come neve al sole è bene non sottovalutare il fenomeno del “fai da te”. I consulenti finanziari devono cogliere la sfida e saper ribaltare con i numeri l’antico adagio, chi fa da sé fa per tre, altrimenti ne vedremo delle belle.