Advisor | Aprile 2025
L’Intelligenza Artificiale stravolgerà il modo di fare attività bancaria e consulenza finanziaria, si sprecano le classifiche sulle professioni che saranno più o meno colpite, ma tutte ritengono che il lavoro del consulente finanziario sopravviverà anche all’IA.
L’impatto dell’IA sarà differente a seconda della tipologia di professionista – gestore bancario, consulente finanziario o private banker – e del tipo di cliente, segmentato per entità del patrimonio (mass market, affluent o private), per coorte generazionale (età) e per altre variabili socio demografiche (genere, stato civile, residenza, professione ecc.).
Da un’analisi fatta da FINER sui principali conoscitori ed utilizzatori dell’IA nell’ambito delle banche e delle reti dei consulenti finanziari emerge innanzitutto che bisogna distinguere l’IA predittiva da quella generativa: la prima si serve dei dati per prevedere o dedurre un evento altamente probabile che potrebbe verificarsi in futuro, la seconda usa i dati per creare nuovi contenuti.
Nel mondo del banking, l’IA predittiva trova e troverà sempre più applicazione nell’ambito della valutazione della maggiore o minore propensione all’acquisto di prodotti/servizi come pure nella maggiore o minore attitudine a usare differenti canali.
l’IA predittiva sarà dunque in grado di indirizzare l’offerta e il canale ottimale per proporre un prodotto di investimento, una polizza o un mutuo in modo mirato sul singolo potenziale cliente, aumentando esponenzialmente la probabilità di successo della proposizione commerciale.
Questo si poteva fare anche prima che arrivasse l’IA, la differenza sta nel fatto che prima si usavano i dati in modo statico, escludendo i fenomeni statisticamente meno rilevanti (le cosiddette code dei dati), mentre oggi grazie all’IA ogni traccia digitale viene analizzata in modo dinamico e – appunto – predittivo.
In altre parole con IA predittiva è molto più probabile individuare un possibile trend da un segnale debole e nascosto rispetto a quanto succedeva in passato.
L’IA predittiva avrà un impatto significativo nella implementazione delle attività di banking tradizionale (transazioni, monetica), in quelle di affidamento (analisi del rischio su mutui, prestiti e finanziamenti): è e sarà sempre più ampiamente utilizzata dai gestori bancari dedicati ai segmenti di clienti mediamente patrimonializzati (mass market e low affluent), con esigenze più basiche, mediamente più giovani e maggiormente orientati all’uso dei canali digitali.
L’IA predittiva può essere assimilata a una sorta di assistente virtuale a cui delegare operazioni a medio-basso valore aggiunto e routinarie: con essa il professionista – gestore bancario o consulente finanziario che sia – potrà quindi gestire molti più clienti rispetto al passato a parità di tempo ed energie.
L’IA generativa viceversa partendo dai dati per generare nuovi contenuti, sarà in grado di creare nuove narrazioni da usare con clienti più evoluti, esigenti e patrimonializzati (upper affluent e private), ognuna diversa da un’altra, tanto quante sono le tipologie di clienti.
L’IA generativa sarà un vero e proprio co-pilota che siederà nella cabina di pilotaggio al fianco del comandante impersonificato dal consulente finanziario e dal private banker, il cui ruolo è difficilmente sostituibile dal pilota automatico soprattutto nelle fasi di decollo e atterraggio.
L’adozione ottimale della IA nelle banche e nelle reti dipende molto dalla visione del top management, basta vedere chi recluta i migliori talenti per scoprire chi è miope e chi ci vede lontano. Nicola Ronchetti