CONSULENTI FINANZIARI E SOCIAL NETWORK

Bluerating | Ottobre 2021

È notizia di questi giorni che Chiara Ferragni la più nota influencer italiana con milioni di follower ha firmato con il gruppo “Safilo” un accordo pluriennale per la produzione e la distribuzione della prima collezione di occhiali a suo marchio, tutto ciò dopo che il suo ingresso nel CDA di Tod’s ne ha fatto volare il titolo in borsa.

Quasi tutti i professionisti considerano i social network come uno strumento essenziale per la propria attività: oggi ad ognuno è data infatti la possibilità di avere una propria emittente, una propria audience e una linea editoriale.

Il principale social network utilizzato per motivi di lavoro dai professionisti della gestione del risparmio è LinkedIn: l’89% dei Consulenti Finanziari dichiara di farne uso, percentuale che sale al 92% tra i big della categoria.

Tra i dipendenti bancari spiccano i Private Banker con l’85% di utilizzo per lavoro contro il 25% dei Gestori Bancari dedicati al segmento affluent.

Facebook registra percentuali decisamente inferiori: 43% per i Consulenti Finanziari, 35% per i top, 24% per i Private Banker dipendenti e solo l’8% per i Gestori Bancari dipendenti.

Twitter e Instagram al momento hanno percentuali d’uso non significative e comunque ben sotto al 10%.

Per quali motivi si utilizzano i social network? Per il 71% dei Consulenti Finanziari al primo posto c’è la “ricerca di visibilità presso i propri clienti attuali e potenziali”, percentuale che scende rispettivamente al 49% e al 37% per i Dipendenti Bancari rispettivamente dedicati ai clienti private o affluent.

I dipendenti bancari ritengono che i social network siano anche “un ottimo strumento per tenersi aggiornati” (72%), funzione a cui i Consulenti Finanziari attribuiscono minor rilevanza (54%). 

Sempre i dipendenti bancari ripongono più fiducia nei social network per “acquisire informazioni sui clienti acquisiti” (44%) o per “acquisirne di nuovi” (39%): su questo i Consulenti Finanziari sono più tiepidi con percentuali rispettivamente del 21% e del 17%, forse perché hanno un proprio portafoglio clienti più consolidato.

Dalla modalità d’uso e dalle motivazioni si possono evincere alcune conclusioni.

Per un professionista che vuole stare sul mercato alimentando la propria reputazione e visibilità è fondamentale essere presente sui social network.

D’altronde la sola presenza su LinkedIn o su Facebook non è di per sé garanzia di successo e, quantomeno nel complesso mondo del risparmio gestito, strumento in grado di garantire l’acquisizione di nuovi clienti o la fidelizzazione di quelli storici.

La reputazione di un professionista si costruisce giorno per giorno servendo bene i propri clienti che a loro volta attraverso il passaparola positivo, anche on line, contribuiscono a realizzare l’unico e vero passa condotto verso il successo.

D’altronde è altrettanto vero che Il 74% degli HNWI millennials usa i social network (LinkedIn 69%, Facebook 56%, Instagram 14%) per verificare la reputazione di Private Banker, Consulenti Finanziari e banche.     

Il concetto chiave quindi non è la presenza o meno in rete, ormai data come assodata, ma la qualità e i contenuti delle connessioni: se si è presenti ma non connessi, si è soli, Chiara Ferragni docet.

Nicola Ronchetti