INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ LE DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

AP Private | Settembre 2021

Il segmento della popolazione più patrimonializzato, i cosiddetti clienti HNWI, hanno una sensibilità sulle tematiche ESG mediamente due volte superiore alla media dei loro connazionali meno patrimonializzati.

La ragione di tutto ciò sta nel fatto che avendo raggiunto e superato tutta la scala dei bisogni primari teorizzati da Maslow sono naturalmente più portati a ragionare su quelli secondari.

Secondo lo psicologo statunitense la scala di bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli: 1) fisiologici (fame, sete, ecc.), 2) di salvezza, sicurezza e protezione, 3) di appartenenza (affettoidentificazione), 4)  di stima, di prestigio, di successo, 5) di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).

Vi è poi un altro fattore che spiega la diversa sensibilità sulle tematiche ESG da parte dei paperoni: si tratta della cosiddetta sindrome da “giving back” o meglio da restituzione.

Chi dalla vita sente di avere ricevuto (o preso) molto, quando affronta la parte finale del suo precorso terreno sente crescere in sé l’impulso di doversi mettere la coscienza a posto restituendo tutto o parte di quanto in suo possesso.

I casi più eclatanti sono quelli di Bill Gates e della sua fondazione, quello dell’oracolo di Omaha, Warren Buffet, nono uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 100 miliardi di dollari che ha promesso di impegnare al 99% in cause filantropiche.

Ma non mancano esempi anche in Italia, tra i tanti che preferiscono l’anonimato, si distingue Enzo Manes che ha iniziato il suo percorso professionale nel private equity di cui è divenuto uno dei principali protagonisti italiani.

Folgorato come San Paolo sulla via di Damasco, nel 2007 Manes ha fondato Dynamo Camp, realtà che accoglie oltre mille bambini e adolescenti all’anno affetti da patologie gravi e croniche per assisterli con terapie ricreative che li aiutano ad affrontare la malattia e la convalescenza.   

Quasi sempre queste iniziative hanno un fattore comune, il matrimonio tra sostenibilità e innovazione. L’innovazione è quasi sempre il propulsore della sostenibilità.

La sostenibilità senza innovazione non riesce ad attecchire e l’innovazione senza sostenibilità produce effetti devastanti per il pianeta come stiamo purtroppo sperimentando sulla nostra pelle. 

In questo contesto stona la competizione tra due personaggi caratterizzati da un ego ipertrofico oltre che da patrimoni personali di centinaia di miliardi.

Ci riferiamo a Jeff Bezos founder di Amazon e Richard Branson di Virgin che si sono improvvisato novelli quanto improbabili astronauti visto il tempestivo disconoscimento da parte dell’aviazione Usa.  

Pensiamo alla quantità di CO2 necessarie per concedere a questi due megalomani pochi minuti di turismo spaziale in un momento in cui tutti noi stiamo pagando i costi dello scempio che l’umanità ha perpetrato ai danni della terra.

Innovazione e sostenibilità due facce della stessa medaglia ma solo per chi se la può fare mettere al collo ovviamente.

Nicola Ronchetti