MOTIVAZIONE VARIABILE

Advisor | Luglio 2023

L’enorme massa di liquidità sui conti correnti e il parallelo aumento dei tassi riconosciuti dalla BCE sta consentendo alle banche di accumulare ingenti margini, come testimoniato da risultati record per tutto il sistema.

Oltre alla distribuzione degli utili, due sembrano le aree di destinazione di questi margini: innovazione digitale e incentivi alle persone che lavorano in banca.

Al di là del dibattito innescato dalla scelta di Intesa Sanpaolo, di revocare il mandato di rappresentanza all’Associazione Bancaria Italiana sulla negoziazione del contratto, scelta non condivisa dalle altre banche, il tema appare centrale.

La soddisfazione dei dipendenti bancari sulla propria remunerazione è infatti significativamente inferiore a quella dei consulenti finanziari, sia che si tratti di retribuzione fissa sia che si tratti di retribuzione variabile.

Il vero punto dirimente sta nella scelta di aumentare lo stipendio a tutti i bancari indiscriminatamente o nell’introdurre una logica meritocratica che incentivi e motivi i più meritevoli.

Rispetto a un consulente finanziario che viene remunerato in base alla sua capacità individuale di gestire al meglio il suo portafoglio clienti, i dipendenti bancari sono vincolati ai risultati della loro filiale, della loro area territoriale e da quelli della divisione a cui appartengono.

In altri termini se uno o più anelli della catena di cui fanno parte i dipendenti bancari è debole, ovverossia non raggiunge i risultati, anche loro vengono mediamente penalizzati a prescindere dai meriti individuali.

Certamente questo tema è comune a tutte le professioni da dipendente rispetto a quelle dei professionisti. Nel caso del settore della consulenza finanziaria è però di grande attualità per l’accelerazione delle dinamiche in atto.

Basti considerare che in dieci anni le quote di mercato dei canali distributivi sul portafoglio finanziario delle famiglie italiane (depositi, investimenti amministrati, prodotti gestiti, assicurativi e previdenziali) hanno visto una riduzione del 19% riferibile al canale bancario tradizionale a fronte di un raddoppio delle reti dei consulenti finanziari.  

È bene sottolineare che in termini assoluti il valore del portafoglio finanziario degli italiani gestito dalle banche si è allargato, parallelamente alla sua crescita (+33% 2010 vs. 2022), cionondimeno la quota relativa si è ridotta.

La soddisfazione dei dipendenti bancari rispetto alla propria banca è significativamente inferiore a quella registrata dai consulenti finanziari anche su altre variabili oltre a quelle legate alla retribuzione.

Le aree di maggior criticità sono nell’ordine: la capacità di coinvolgere i dipendenti, supportarli con attività di formazione e comunicazione, l’offerta dei prodotti di investimento (sia per scarsa ampiezza della gamma che per qualità degli stessi), la digitalizzazione (sia a livello di procedure che di dotazioni informatiche).

In particolare i dipendenti bancari più giovani sono ancora più critici dei loro colleghi sugli aspetti legati alla remunerazione, alla digitalizzazione, alle operation, alla formazione e al supporto della banca sia in termini commerciali che di advisory sui prodotti.    

Per attrarre o trattenere i dipendenti bancari a maggior potenziale, oltre agli aspetti economici, saranno sempre più importanti gli investimenti nei processi e nelle piattaforme digitali che liberandoli delle attività a basso valore aggiungo consentiranno loro di esercitare al meglio il loro lavoro.

Nicola Ronchetti