O LA BORSA O LA VITA?

Investire | Giugno 2021

Il risparmio degli italiani è – con l’ineguagliabile patrimonio artistico – tra le più preziose risorse del nostro Paese.

Eppure il risparmio degli italiani al pari del nostro patrimonio artistico condivide un triste primato: la sua scarsa valorizzazione.

La liquidità sui conti correnti degli italiani è pari a 1.614 miliardi di cui 1.122 in capo alle famiglie (+ 72 MLD in un anno) e 492 riferibili alle imprese (+ 94 MLD vs. 2020) (fonte: Banca d’Italia, dati a febbraio 2021).

La ricchezza patrimoniale delle famiglie italiane è pari a 10.000 miliardi di euro: circa 6.000 sono investiti in case e terreni, 1.000 miliardi in partecipazioni finanziarie, altri 1000 miliardi vanno a fondi pensione e Tfr. Restano 3.000 miliardi che è più del debito pubblico.

Se venissero intercettati dall’industria del risparmio gestito e impiegati in modo tale da fruttare l’1% all’anno i risparmiatori otterrebbero circa 30 miliardi all’anno, creando un incredibile volano per l’economia.

Tre sono i fattori che frenano questo circolo virtuoso. La mancanza di fiducia della maggioranza degli italiani verso il sistema, la scarsa proattività dell’industria e il timore per il futuro cresciuto esponenzialmente con la pandemia.

Vi è poi un altro fattore strutturale, l’Italia è un paese banco centrico. Le banche sono però strette in una morsa: da una parte trasformate in ospedali della crisi, dall’altra appesantite dal debito pubblico e dai crediti deteriorati.

Il mercato dei capitali in Italia è poco sviluppato. Nel Regno Unito la capitalizzazione della borsa è pari al 130% del prodotto lordo, quindi le imprese si alimentano attraverso il mercato finanziario; in Italia questa quota è del 30% appena, quindi le attività economiche sono finanziate dalle banche.

Se la borsa non cresce pare inevitabile che la recessione si scarichi immediatamente sulle banche. Ma questo provoca anche una ulteriore distorsione nell’impiego del risparmio.

Molto potrà cambiare con il Next Generation EU, il piano per la ripresa economica.

Gli obiettivi sono promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura. Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese.

Ma molto dovrà cambiare anche nella mentalità degli imprenditori e delle imprese italiane. Aprire il proprio capitale al mercato anche attraverso la quotazione può essere una grande opportunità.

Gli italiani non sono portati a fare sistema, per questioni ancestrali che affondano nelle radici nella storia del nostro paese, passato da essere il padrone del mondo con l’Impero Romano a divenire terra di conquista con il suo declino: dunque le istituzioni sono viste come il nemico.

I grandi banchieri e i migliori consulenti finanziari hanno la possibilità di fare da intermediari culturali tra gli imprenditori e il mercato dei capitali.

Accompagnare in borsa le migliori aziende magari dopo averle finanziate e supportate nella loro fase iniziale potrebbe cambiare il volto del nostro Paese.

I migliori lo stanno già facendo ma per ora si tratta solo di una élite.

Nicola Ronchetti