QUANDO FUSIONE FA RIMA CON SODDISFAZIONE

Advisor | Maggio 2021

L’acquisizione di UBI da parte di Intesa Sanpaolo segna l’inizio di una stagione da tanti annunciata e mai entrata veramente nel vivo: quella delle grandi fusioni bancarie.

Certamente trovarsi dalla mattina alla sera da possibile predatore a preda non è il massimo della vita per nessuno se non altro perché i banchieri preferiscono anticipare gli eventi piuttosto che subirli, ma non tutti sono infallibili.

Le prossime acquisizioni cambieranno il volto del sistema bancario. L’arrivo di un professionista dell’investment banking e del M&A come Andrea Orcel in UniCredit è un segnale chiarissimo dell’inizio di una stagione che si preannuncia molto calda.

MPS, Banco BPM e BPER saranno tra le prossime protagoniste, ancora da capire se come prede o predatrici.

Banche e reti dei CF hanno un punto in comune: il loro successo dipende non solo dai loro bilanci ma anche e soprattutto dalla soddisfazione dei loro stakeholder – clienti, dipendenti e consulenti – che quasi sempre sono determinanti anche per il conto economico.

Le prime evidenze raccolte sul campo da FINER paiono sorprendenti: sia lato clienti che professionisti (dipendenti e consulenti finanziari) il cambio di banca – ancorché subito e non scelto – non pare aver intaccato la soddisfazione complessiva, anzi in alcuni casi la stessa è cresciuta.

È evidente che il successo o l’insuccesso di un’acquisizione bancaria – come d’altronde di qualsiasi altro tipo di società – dipende da come viene fatta e gestita, dalla qualità e dalla capacità dei manager sia lato acquirente che acquisito.

Il 34% dei CF che si è trovato in un’altra rete dopo la fusione esprime aspettative positive rispetto al proprio futuro personale, professionale e alla realtà in cui è approdato.

Tra i bancari che con la fusione si sono trovati in un’altra banca la percentuale di ottimisti cambia a seconda della banca di approdo oscillando da un 17% a un 8%.

Tutto dipende dalle prospettive di crescita della banca a cui si approda e dal proprio percorso professionale: i gestori bancari junior vedono l’approdo in una banca più grande come un’opportunità di crescita.

Il 25% dei gestori bancari senior apprezzano maggiormente l’approdo in una banca dalle dimensioni più contenute, ritenendo il rischio di omologazione minore e di conseguenza che le loro competenze possano essere meglio valorizzate.

Per quanto riguarda i clienti, sembra prevalere un atteggiamento attendista (33%) anche se una pattuglia di ribelli (5%) è pronta a cambiare banca alla prima occasione.

Illuminati e preveggenti sono dunque i banchieri che considerano la soddisfazione dei loro stakeholder al pari degli attivi in bilancio.

Nicola Ronchetti