QUANDO IL PRIVATE È MILLENIAL

We Wealth | Giugno 2021

Sono nati tra il 1980 e il 1990 da famiglie ricche da generazioni o da un genitore intraprendente e di successo. Li accomuna un patrimonio di qualche decina di milioni di Euro, in parte già loro.

Pochi, soprattutto in Italia, si sono fatti da sé, ma qualche startupper di successo non manca anche nel bel paese.

Curiosi, spensierati, amanti dello sport e perché no anche dell’arte. Parlano correttamente due o tre lingue e conoscono il mondo.

Utilizzano i social network da quando erano adolescenti. Seguono le e gli influencer ma quasi sempre sono loro i veri e propri trend setter.

Tendono a frequentarsi molto tra di loro, i soldi non sono tutto ma se non li hai devi veramente essere speciale per entrare nella cerchia dei loro amici.

Chiamano i genitori boomers e spesso li dileggiano quando vogliono fare i giovani.

Sono impegnati in molte attività e quasi sempre frequentano le migliori università italiane più di moda, da cui escono a pieni voti, perché molto spesso sono anche intelligenti e preparati.

Amano esibire ed esibirsi ma rigorosamente in account Instagram privati, hanno una sensibilità verso i temi ambientali e sono paladini del politicamente corretto.

La maggior parte di loro non è mai entrata in una filiale bancaria, per loro la banca è l’icona di un App sullo smart phone.

La banca, che per i loro genitori era un luogo in cui si entrava con deferenza e rispetto, è un’entità astratta.

Guardano il contante con disprezzo, hanno mediamente tre carte di credito e soprattutto comprano più volentieri on line.

Le prospettive di vita dei loro genitori sono maggiori di quasi venti anni rispetto ai loro bisnonni e questo non è male, poiché, sempre salvo le dovute eccezioni, non si possono lamentare della qualità della loro vita.

Infatti spesso vivono già da soli da quando hanno venti anni, in case moderne, belle, attici o mansarde con vista mozzafiato, ovviamente hanno case di famiglia al mare, in montagna e al lago.

Qualcuno ha anche messo su famiglia per la gioia dei loro genitori ai quali assicurano una progenie.

Dall’osservatorio FINER Finance Mirror che dal 2018 si focalizza sul segmento Private (da € 1 milione > 5 di asset finanziari) e HNWI (da € 5 milioni e oltre) con 1.400 interviste, tra cui il 7% a individui nati tra il 1980 e il 1990, emergono due dati tra i tanti.

Il 69% dei clienti private/HNWI millennial si dichiara disponibile a interagire direttamente con una piattaforma digitale nella gestione dei propri investimenti contro il 34% dell’universo.

Tra le forme di investimento alternativo e illiquide l’arte (contemporanea) rappresenta il 29% per i millennial vs. il 12% del totale campione.

La vera sfida è intercettare questo segmento a cui tra venti anni farà capo buona parte degli 800 miliardi di asset finanziari e oltre il doppio di asset illiquidi.

Per affrontarla in tempo le banche più avvedute stanno inserendo private banker nati tra il 1980 e 1990 che certamente potranno fare da mediatori culturali tra i loro coetanei e la banca.

Ad oggi i private banker sotto i 40 anni sono meno del 5%, la loro funzione potrebbe anche essere quella di diffondere all’interno della banca l’utilizzo di codici, canali e modalità di relazione più contemporanei.

Dal canto loro le banche dedicate al segmento private e HNWI potrebbero valorizzare le molte risorse e competenze interne anche su fronti alternativi alla gestione degli investimenti, come le più avvedute stanno già facendo.

Quasi tutte le banche hanno una collezione d’arte e un curatore, gli incontri con esperti di arte contemporanea o artisti sono molto apprezzati dai giovani milionari (68%). Anche l’invito a manifestazioni sportive è apprezzato (vela, polo, golf per il 72%, calcio e tennis 57%).

Una bella partita quella per ingaggiare la nuova generazione dei paperoni, la squadra da mettere in campo prevede un buon vivaio e un allenatore che ripensi la formazione ad ogni gara.

Sempre che si voglia giocare in serie A per i prossimi dieci anni, ovviamente.

Nicola Ronchetti